La storia, la natura e la cultura della Lombardia, lungo il percorso che dalla frenetica Milano porta alle risaie di Pavia, lungo 33 km che raccontano discretamente il fascino di un territorio.

E’ un viaggio facile ma di grande impatto emotivo, quello che offre il Naviglio Pavese, che dalla circomvallazione dell’operosa Milano, porta al ponte coperto di Pavia. Chilometro dopo chilometro, questa facile escursione adatta anche per chi pedala con bambini o non è molto allenato, permette di costruirsi un atlante personale di arte, cucina, architettura. La cultura lombarda, in particolare per quello che riguarda i dipinti e le presenze religiose, hanno dominato la pianura meridionale di Milano da secoli. Questo Naviglio, un tempo via d’acqua per i commerci più disparati, ha visto i primi tentativi di collegamento nel 1359 ma è nel 1819 che si può dire sia stato completato, diventando la più importante via di trasporto fluviale del nord Italia. La Darsena di Porta Ticinese è la porta d’ingresso a Nord, che spinge i ciclisti sino alla confluenza con il Ticino, dove Pavia con le sue bellezze attende i visitatori. Nella parte ancora cittadina di Milano, quando il confine comunale si fa sempre più vicino, una fitta presenza di  barconi oggi trasformati a dehors di pub, locande, ristoranti e birrerie, offre un moderno rifornimento di energie all apartenza, oppure al ritorno se l’itinerario parte da Pavia. La bomba urbanistica, continuamente attiva seppur ordinata di fabbriche, centri commerciali, fitte strade a scorrimento veloce, fanno spazio quasi subito alla campagna lombarda. Uno stereotipo di dolcezza agricola che trova però reale conferma nella “marcita” i malinconici e spesso annebbiati campi irrigati, dove Bernardo di Chiaravalle e i suoi monaci cistercensi, portarono l’agricoltura intensiva, dove c’era bosco, palude, terra poco fertile.

Il senso di una periferia che è “multi” in tutti i suoi aspetti: etnica, ambientale, culturale, paesaggistica. La Milano da non bere si offre alla sinistra del Naviglio

Da Milano a Binasco. La città che diventa campagna

Abbiategrasso, Gratosoglio, Rozzano, in lontananza Milano3. L’urbanistica fatta di cemento e slanci architettonici, si dipana lungo la pista ciclabile. La campagna superstite in mezzo a quelli che erano paesi storici o sorti dal nulla, addolcisce un paesaggio aspro e molto contaminato dalla presenza umana. L’autostrada dei Giovi in lontananza e il Naviglio Pavese che prova a srotolarsi, per arrivare a Badile, frazione di Zibido San Giacomo, che un tempo ospitava una delle fermate più suggestive della tramvia Pavia-Milano. Qui troviamo la piccola chiesa di Santa Maria Nascente (XVI secolo), conosciuta per avere tra le proprie opere anche una Sacra Famiglia della cerchia del Botticelli. Sono proprio le tradizionali cascine del Parco agricolo Sud Milano a caratterizzare il percorso fino ad arrivare a Binasco con il suo bel castello fortilizio dove Filippo Maria Visconti, ultimo duca di Milano della dinastia viscontea, trascorse gran parte della sua vita. Il castello è famoso per il delitto di beatrice Tenda, prima moglie del duca, che venne fatta da lui decapitare per poter sposare poi Agnese del Maino. Con Beatrice venne decapitato anche il suo paggio, Michele Orombello, accusato di esserne l’amante. La tragica storia d’amore è alla base di leggende misteriose, fantasmi, curiosità. Meno thriller ma più gusto, invece al Museo delle macchine da caffè,  con una collezione di centinaia di macchine per caffè espresso. In soli 15 km la capitale economica d’Italia è diventata grazie al percorso in bici, la campagna meridionale ricca di spunti turistici. 

Le due provincie si incontrano nel mezzo del parco agricolo, assediato dall’espansione urbanistica. Il Naviglio Pavese diventa così, il mezzo ciclistico per ricordare quello che era un tempo passato.

Casarile saluta Milano e da il benvenuto a Pavia

Attaccata a Binasco, troviamo Casarile, che è l’ultimo comune milanese, prima che la bici ci porti nella provincia pavese. Il confine è come è una lama, da un lato la campagna che accoglie la città, dall’altro le risaie, le cascine, i borghi che resistono all’urbanistica sfrenata. Percorrere questo tratto  in bicicletta, permette di avere un punto di vista privilegiato e storicamente intatto, su quella che era una volta la diffusa azienda agricola di Milano e delle grosse città lombarde. Il panorama diventa dolce e piacevole. I colori delle terre coltivate intensamente sembrano finalmente essere in armonia con il resto dell’ambiente e la bicicletta, con la sua lentezza, aiuta a sentire il pathos della campagna padana. Da vedere l’edificio della Chiusa, situato proprio sul Naviglio e il ponte di sovrappasso. Edifici di importanza storica minore ma vere e proprie icone della cultura fluviale. Tra frazioni e cascine tipiche Casarile si arriva verso la Roggia Bizzarda, luogo amato dai pescatori e circondata da boschi e campagne, tra cui la Garzaia di Villarasca, considerato un eco momumento. Pur essendo pochi i km di questo percorso in bici, sono tante le deviazioni, soprattutto arrivando nella provincia pavese, che permettono un itinerario ricco di sorprese.

Mausoleo sepolcrale della dinastia milanese e monumento storico religioso. La Certosa di Pavia accoglie in bellezza.

La storia dell’arte a portata di mano

Superata la Cascina Fiaberta con i suoi cento ettari di coltivazioni, incorniciati da boschi, ecco arrivare lo svincolo, che dal Naviglio Pavese, permette di arrivare con poche pedalate alla Certosa di Pavia. Immenso complesso conventuale composto dall’edificio ecclesiastico e dagli edifici destinati alla vita monastica. Commissionata da Gian Galeazzo Visconti, la costruzione iniziò nel 1396 e fu completata solo nel 1507. Per questo motivo offre una miscela unica e irripetibile di architetture e stili artistici. La chiesa fu terminata nel 1465, mentre la maggior parte del complesso monasteriale fu costruito nei primi anni del 1400 e la nave fu costruita in stile gotico. L’arrivo impetuoso del Rinascimento, impose lo stile alla chiesa, pur restando una indelebile impronta gotica.  Il mix non è solo artistico ma anche religioso. I certosini furono i primi ad usare il monastero. arrrivarano poi i cistercensi nel 1784, e successivamente i Carmelitani la acquistarono nel 1789. Alcuni benedettini abitarono anche il monastero alla fine del 1800. Meta imperdibile del turismo in Italia, la Certosa è facilmente raggiungibile e visitabile anche in bici, utilizzando il Naviglio Pavese.

Cascine, campagne, boschi, il Naviglio ci porta a Pavia, in bicicletta e volendo anche a piedi.

Monumenti, cultura, musei e la cucina raffinata e intensa delle città delle cento torri.

Lasciata la straordinaria Certosa, attraversando la cintura boschiva, si passa da Borgarello, antico centro agricolo, incontrando finalmente con il Ticino. Qui è possibile fare una piccola deviazione per vedere Villa Mezzabarba, edificio settecentesco di particolare interesse storico ed artistico con parco. Si arriva a Pavia, l’itinerario in bici ci permette di penetrare nel cuore della città antica, fin dalla periferia rurale a nord. Tantissime le cose da godere in questa città che offre anche servizi e parcheggi per i ciclisti. Terza per dimensione dopo San Pietro a Roma e Santa Maria del Fiore a Firenze, la cupola della Cattedrale di Pavia ha una pianta ottagonale, alta 97 metri e pesante circa 20.000 tonnellate. Accanto al Duomo sorgeva la Torre Civica del XIV secolo, che crollò il 17 marzo 1989. Importante per storia e bellezza anche la Chiesa di San Michele Maggiore caratterizzato da un ampio uso di arenaria e famosa perche qui l’imperatore Federico Barbarossa fu incoronato nel 1155. I tesori religiosi di Pavia sono anche la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, menzionata da Dante Alighieri nel canto X della sua Divina Commedia, la Chiesa tardo romanica di San Francesco d’Assisi e quella di San Teodoro. Da  non perdere ovviamente il Castello Visconteo dove Il poeta Francesco Petrarca si occupò della magnifica biblioteca che possedeva circa un migliaio di libri e manoscritti. Sono però le torri medievali a caratterizzare lo skyline della città, in particolare in Piazza Leonardo da Vinci, in Via Luigi Porta e in Piazza del Collegio Borromeo. Il percorso in bici del Naviglio Grande si conclude al Ponte Coperto, simbolo suggestivo di Pavia, che fu danneggiato nel 1944, durante la seconda guerra mondiale e poi per timore di crolli strutturali completamente distrutto nel 1948. Alcuni resti dei pilastri dell’antico ponte sono ancora visibili sul fiume, sott’acqua. L’attuale ponte, costruito nel 1951 e inaugurato dal presidente Luigi Einaudi, collega il centro della città e il pittoresco sobborgo medievale sull’altro lato del fiume Ticino, luogo tradizionale di lavandaie, cavatori di ghiaia e pescatori. Da Pavia partono altri itinerari interessanti da percorrere in bicicletta comeil triangolo sull’ argine e l’itinerario SE1 che collega Pavia con la città di Vigevano passando all’interno del parco del Ticino.

Una gastronomia decisa di grande qualità. La consapevolezza di avere materie primea eccezionali ha costruito a Pavia e dintorni, la tradizione dei sapori pavesi

Cucina lombarda sapori pavesi

Sono forse i salumi che comandano sulle tavole di Pavia: pancetta, coppa, cotechino e sanguinaccio, ma è il salame Varzi DOP, il più famoso e apprezzato. Siamo in terre dove il riso è superlativo, dunque risotti storici, tra cui quello con gli asparagi o le rane. Importante e deliziosa anche la tradizione dolciaria con la torta Paradiso, le Pangialdine dei morti, il Pane di San Siro. Altra pietanza tipica sono i ravioli di stufato serviti nel loro sugo. Tra i secondi piatti della cultura gastronomica pavese, troviamo gli animali da cortile, in particolare oche, un tempo riservati per i giorni di festa, per i brasati dalla lunghissima cottura. Una gastronomia cosi preziosa e ricercata, necessita di un corredo enologico di pregio. La tavola pavese ha come fedeli compagni i vini, sia rossi che bianchi, come la Barbera, la Bonarda, il Sangue di Giuda, il Moscato, la Malvasia.