Rovigo, meta ancora tutta da scoprire, offre itinerari culturali di grande suggestione immersi in un’atmosfera che privilegia la qualità della vita e l’amore per la terra. La vivace proposta turistica di Rovigo, capoluogo di quel magico sud del Veneto, riserva continue sorprese, tra storia, natura, cultura, arte. 

L’eleganza della provincia, l’orgoglio della gente del Polesine

Tanti gli itinerari alla scoperta dell’anima della città e del territorio, alla ricerca delle sue tracce medievali. Per comprendere la storia antica del territorio, stretto tra i corsi terminali dei due maggiori fiumi italiani, l’Adige e il Po, basta visitare il Museo dei Grandi Fiumi, all’interno del Chiostro degli Olivetani. Questo lo rende interessante anche per i più piccoli che vogliono percorre un lungo pezzo di storia antica grazie a una serie di interessanti allestimenti scenografici e videoclip. L’anima di Rovigo si svela poi, addentrandosi verso il centro. Passando per Piazza Vittorio Emanuele, piazza principale del centro storico, vero cuore identitario di Rovigo su cui si affacciano il Palazzo Roverella e il Palazzo Roncale, la Loggia dei Nodari, l’Accademia dei Concordi, principale istituzione culturale della città. A sigillo di questo poker di presenze storico architettoniche, la colonna con il leone veneziano, testimone dell’ex appartenenza alla Repubblica ducale di Venezia. Pochi passi e s’incontra Piazza Garibaldi con la statua finanziata nel 1896 da tutti i comuni polesani. Nel pavimento si possono intravedere i resti della chiesa demolita di Santa Giustina. Guardandosi attorno, oltre allo storico Caffè Borsa, si trova lo splendido Teatro Sociale, uno dei più famosi della tradizione veneta, dove sono giunti molti nomi della lirica. Adiacente al Teatro Sociale, la Camera di Commercio con il “Salone del grano” nel corpo centrale, con grande volta a botte vetrata, costituita da riquadri di vetro sostenuti da una struttura in legno e ferro, pavimento a mosaico con al centro gli stemmi della Provincia e della Camera. Il visitatore può infine godere delle iconiche viuzze del quartiere ebraico. 

Meno conosciute ma di grande impatto le Chiese e le Torri di Rovigo, tesori minori ma non per bellezza del Veneto meridionale

La bellezza sotto forma di pietra

E il Tempio della Beata Vergine del Soccorso detto “La Rotonda”, un vero gioiello dalla pianta ottagonale che all’interno sorprende con un doppio ciclo pittorico del ‘600 costituito da 22 grandi tele che celebrano i Podestà che si sono susseguiti a capo della città e otto tele che raccontano le storie di Maria, oltre all’altare tutto dedicato alla Madonna come segno di devozione per i 115 eventi ritenuti prodigiosi. Il Tempio, realizzato nel XVI secolo da Francesco Zamberlan, allievo di Palladio, è emozione del contrasto tra l’essenzialità degli esterni e la ricchezza decorativa dell’interno, vero e proprio scrigno d’arte dove nessuna superficie è lasciata libera di dipinti e sculture. Pochi passi per riprendersi da tanta bellezza e dall’altro lato delle piazze si giunge in uno spazio arioso e sempre verde. All’orizzonte si scorgono le Due Torri, resti dell’antico castello medievale: Torre Donà, la più alta delle due torri, e Torre Grimani detta Torre Mozza, la più piccola, sono circondate dai resti di un muro fortificato.

Dallo zucchero alla scienza, passando per fiere ed eventi

Una struttura del passato per l’economia del futuro

Rovigo riuscirà a sorprendere anche per i suoi esempi di archeologia industriale come il quartiere polivalente, detto Cen.ser dove ha sede Rovigo Fiere, un complesso di edifici, oggetto di recupero e trasformazione d’uso dell’antico zuccherificio di Rovigo. Qui trovano sede, oltre a spazi per convegni ed esposizioni, il consorzio universitario CUR ed il polo tecnologico che conta un incubatore di start-up, un PopLab ed un centro di nanotecnologie. Il complesso industriale oggetto di recupero e trasformazione d’uso, nasce agli inizi del secolo scorso ad opera della Società Italiana per l’industria dello zucchero, si sviluppa seguendo vari processi evoluti a rimanere operante fino al 1978. A ridosso del centro urbano della città, in posizione baricentrica rispetto all’ingresso nord e al fiume Adige, taglia in maniera metafisica il panorama, diventando oggetto di caccia fotografica per gli appassionati di urbanistica e artisti vari. Propone un ricco cartelloni di eventi, manifestazioni e fiere, dal respiro locale e internazionale, diventando un luogo principe per il tempo libero di Rodigni e turisti.

I dintorni di Rovigo fanno parte di quel patrimonio artistico culturale, di cui talvolta si ignora la grandezza e unicità

Dove storia e natura, tradizione e arte si fondono in un territorio ricco di eccellenze

A soli 16 km da Rovigo è Fratta Polesine, famosa per Villa Badoer e per le vicende di personaggi illustri legati alla storia del Risorgimento italiano. Villa Badoèr, detta La Badoèra, firmata da Antonio Palladio è inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Da non perdere anche la vicina Villa Grimani-Molin-Avezzù, col suo prezioso ciclo di affreschi, basato principalmente sui temi dell’amore e della fecondità. A solo dieci km da Rovigo, troviamo Lendinara, con il Santuario della Beata Vergine del Pilastrello, luogo di devozione mariana  dal XVI secolo, divenuto in seguito sede di una comunità monastica benedettina olivetana e arricchitosi di una ricca collezione di opere d’arte di scuola veneta. La bellezza dell’architettura prosegue in Piazza Risorgimento, con l’elegante Torre dell’Orologio e l’imponente Palazzo Pretorio, il Palazzo Malmignati, il Teatro Ballarin. Una attenta visita merita Palazzo Boldrin sede della Cittadella della Cultura con una Biblioteca che custodisce libri del 500. Dalla bellezza della storia si passa a quella della natura con Villa Dolfin-Merchiori e il suo parco immenso. Ritornando verso Rovigo in una piccolissima frazione di Villamarzana, si scorge l’elegante villa cinquecentesca Cagnoni Boniotti, che venne utilizzata dai Carbonari. Durante i lavori di restauro sono emerse tracce dell’esistenza di un tunnel segreto che corre sotto la Villa sino a raggiungere Fratta Polesine. Da Rovigo andando verso est si può visitare Adria, l’antica cittadina che ha dato il nome al Mare Adriatico. Fondata dagli Etruschi, è tra le città più antiche del Veneto, porto di fiume, punto strategico dei trasporti fluviali.

I musei del territorio di Rovigo. Quando la cultura diventa intrigante bellezza.

Il patrimonio museale, esposto con il rigore della tradizione veneta

Per interesse culturale ma anche per godere di uno dei migliori esempi di fruibilità museale, c’è  il Museo Archeologico Nazionale di Fratta, presso le Barchesse di Villa Badoer. Rappresenta l’esito di mezzo secolo di ricerche in Polesine, in particolare alla tarda età del bronzo. I materiali esposti, sicuramente tra i più importanti in ambito europeo, sono riconducibili ai villaggi che popolavano l’antico fiume tra il XII e il X secolo a.C. Il nucleo di manufatti più importanti risalgono al villaggio di Frattesina e alle due necropoli in località Narde e Fondo Zanotto. Sempre a Fratta Polesine, c’è la Casa Museo Giacomo Matteotti, recentemente restaurata nelle strutture e negli arredi, che ospita le ambientazioni originali nei primi due piani e nel sottotetto l’ampia e approfondita sezione documentaria. La Casa Museo, permette di immergersi, nella vicenda umana e politica di Giacomo Matteotti, straordinario protagonista della storia italiana del novecento. Anche il piccolo comune di Canaro, a 20 km da Rovigo, vale una sosta per visitare il MUVIG, nuovo museo virtuale dedicato alle opere di Benvenuto Tisi da Garofolo che qui, grazie ad installazioni multimediali, si possono ammirare in un percorso evocativo. Soprattutto per grandi ed ovviamente per bambini, il Museo della Giostra di Bergantino, nell’alto Polesine, che assieme a Melara costituiscono il cuore pulsante del distretto della giostra dove sapienti mani artigiane, contaminate da tecniche di ingegneria aerospaziale, costruiscono giostre per i parchi divertimento di tutto il mondo.

Dal mare alla campagna, la ricchezza della cucina della provincia di Rovigo è storia dell’alimentazione

Polesine da mangiare. Le eccellenze dei prodotti tipici, la qualità top dei ristoranti.

Dop e IGP sono di casa nella dispensa locale di questa parte di Veneto, che con il sapore racconta l’identità di una agricoltura di eccellenza. Tra gli ortaggi spiccano l’aglio del Polesine, l’insalata di Lusia e il radicchio di Chioggia, tre prodotti che da soli raccontano come l’agricoltura storica, unendosi alla ricerca e alla conservazione dell’habitat naturale, possa portare a risultati ineguagliabili di sapore. Anche senza riconoscimento di marchio, si fanno notare per qualità le zucche di Melara, nelle varietà Violina e Delicata, ingredienti principali dei famosi tortelli ripieni. La tradizione della cucina di pesce trova la sua golosa realizzazione con il Cefalo del Polesine, tipico delle lagune venete e la Vongola Verace che arriva dalle acque tra Po di Maistra ed il Po di Goro. Dalle sacche  del Po nel comune di Porto Tolle, arrivano invece le cozze di Scadovari, le prime in Italia ad avere il marchio DOP.  Re della tavola di Rovigo e del Polesine, è il Riso del Delta del Po IGP, qualità “Japonica”, gruppo “Superfino” che deve le sue particolarità di sapore ed aroma, a un’area di coltivazione con caratteristiche uniche. I terreni scuri e torbosi del basso ferrarese e quelli alluvionali e salmastri del rodigino, rendono il Riso del Delta del Po IGP un prodotto unico che trae beneficio dalla natura alluvionale delle terre in cui viene coltivato. Meno conosciuto ma molto apprezzato dagli esperti è il Miele del Delta Po, un millefiori ot­tenuto da piante tipiche delle zone umide come la salvia selvatica e il trifoglio ladino, che lo rendono uno dei prodotti apistici più profumati in Italia. Strettamente stagionale ma vero tesoro di salute e sapore è l’estivo Melone Polesano, dal sapore tipico, dolcissimo ma con un inaspettato retrogusto salino. 

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